Chiedere aiuto ad uno psicologo non è qualcosa di assolutamente sbagliato o qualcosa di cui vergognarsi. Molte sono le persone che si ritrovano a gestire un problema con l’aiuto di terapeuti, per cui non dovrebbe esserci alcuna remora a prendere appuntamento.
Tuttavia è naturale sviluppare imbarazzi, in particolare al primo incontro: ecco perché vogliamo darti noi qualche consiglio su come gestire il tutto nel migliore dei modi. Fermo restando che puoi sempre rivolgerti ad un consulente online, come quello che trovi disponibile su psicologo online 24, vogliamo darti qualche dritta su come comportarti durante la prima chiacchierata.
Il primo approccio con lo psicologo
Per prima cosa ci teniamo a sottolineare che lo psicologo non giudica i suoi pazienti: non insinua illazioni, non spara sentenze ma ascolta tutto quello che la persona ha da dire per aiutarlo. Durante il primo colloquio nascono situazioni di disagio, naturali certo, ma che non dovrebbero essere di freno al paziente nel parlare e dire quello che vuole. In effetti devi tenere presente che la prima domanda ti verrà fatta dal terapeuta sarà proprio “cosa ti ha spinto a venire qui?”.
Potresti avere difficoltà ad essere sincero ma non devi crearti remore, lo psicologo è lì a porgere la sua mano per aiutarti a capire come risolvere i tuoi problemi. C’è chi prova rabbia, chi prova paura, chi non riesce ad approcciarsi al mondo: il terapeuta ha una soluzione per tutto
Nella prima fase del colloquio, come giusto che sia, ti verranno fatte molte domande: servono al professionista per capire almeno apparentemente la radice del problema. Vivi quel momento come fosse una conversazione con te stesso allo specchio, parla apertamente del tuo problema e non divagare: è importante esser trasparenti se vuoi che il tutto si risolva.
Lo scopo del primo colloquio
Abbiamo tutti l’immagine dello psicologo come lo “strizzacervelli” che ti fa stendere sul lettino e parlare magari perdendosi il più delle volte il tuo discorso. Non è assolutamente così. I professionisti seri hanno la vocazione di aiutare le persone, hanno il desiderio di scavare a fondo l’io dei propri pazienti per fare emergere il loro meglio e dissipare il loro peggio. Lo scopo del primo colloquio è stabilire una connessione paziente-psicologo.
Non sono domande invadenti quelle che vengono poste ma modi di conoscere lo status individuale e familiare del paziente, per capire quali tasti dolenti andranno poi affrontati nelle sedute successive. Il terapeuta farà qualunque cosa in suo potere per delineare sin dal primo momento il problema così da studiare poi per te la soluzione migliore.
Le prime impressioni
Al termine del colloquio, che può durare un’ora o poco più a seconda del tipo di appuntamento fissato, lo psicologo ti darà già le sue prime impressioni. Attenzione: si parla di considerazioni superficiali che potrebbero cambiare nel tempo a seconda di come verrà affrontata e messa a fuoco la situazione nelle sedute successive. Ebbene sì, perché non puoi pensare di risolvere il tuo malanno con una chiacchierata di un’ora.
C’è molto di più da fare e molto di più da risolvere rispetto a quello che pensavi. Se hai la sensazione di non aver capito qualcosa chiedi pure, se non ti spieghi il motivo per cui ti ha chiesto A piuttosto che B, chiedi pure. Come già ripetuto il vostro sarà un rapporto sincero e trasparente.
Conclusioni dal primo colloquio
Possiamo concludere dicendo che il primo colloquio con lo psicologo ha il solo obiettivo di rinarrare storie passate, di portare a galla quelli che sono i motivi che hanno scaturito il tuo malanno e che forse non pensavi nemmeno lontanamente potesse essere quella la causa.
Scoprirai che ci sono significati profondi a cose banali, e significati effimeri a ciò che ritenevi importante. Ma è solo l’inizio di un percorso che si potrà concludere con la tua guarigione.